Lunedì 17 novembre si aprirà ufficialmente in tribunale a Udine il processo per la tragedia del Natisone, che il 31 maggio 2024 costò la vita a tre giovani: Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Molnar. I tre ragazzi, poco più che ventenni, furono travolti dalla piena del fiume mentre si trovavano vicino al ponte Romano di Premariacco, sotto gli occhi impotenti di chi assisteva alla scena e in attesa di soccorsi che, secondo l’accusa, sarebbero arrivati troppo tardi.
Imputati nel procedimento penale sono un operatore della Sores – la Sala operativa regionale emergenza sanitaria – e tre vigili del fuoco. Tutti devono rispondere dell’accusa di omicidio colposo per presunti ritardi nell’attivazione dei soccorsi, in particolare per il ritardo nel decollo dell’elicottero sanitario, partito alle 14 e giunto sul luogo della tragedia alle 14.13, troppo tardi per salvare le vittime.
Il processo
La prima udienza, fissata per lunedì 17 novembre, vedrà sul banco degli imputati l’operatore della Sores. Il 2 dicembre toccherà invece ai tre vigili del fuoco. È molto probabile che i due procedimenti vengano unificati, data la comunanza delle accuse e della lista dei testimoni, circa 60.
La richiesta di risarcimento
Le famiglie di Bianca, Patrizia e Cristian si sono costituite parte civile in entrambi i procedimenti e hanno presentato una richiesta di maxi risarcimento da 3,7 milioni di euro. La richiesta è rivolta agli imputati e, in solido, al ministero dell’Interno e all’Azienda regionale di coordinamento per la salute.




