Cure più umane grazie alla formazione: proclamati in Friuli i primi 15 esperti

Il master dell’Università di Udine sull’umanizzazione delle cure è unico nel suo genere in Italia.

La medicina del futuro mette al centro la persona e ora ha 15 nuovi professionisti pronti a guidare il cambiamento: sono stati proclamati oggi, nella suggestiva cornice di Villa Florio Maseri a Persereano di Pavia di Udine, i primi diplomati del master in “Salute e umanizzazione delle cure nell’organizzazione e gestione del Servizio sanitario nazionale” organizzato dall’Università di Udine. Un percorso unico in Italia, ideato dal Dipartimento di Medicina, che punta a formare figure capaci di coniugare competenze clinico-assistenziali e visione organizzativo-gestionale in una prospettiva profondamente umanizzante.

Il traguardo raggiunto dai 15 partecipanti, provenienti da diverse regioni italiane e con background professionali eterogenei – dalla medicina all’ingegneria clinica, dalla psicologia alla farmacia – rappresenta un passo concreto verso una sanità più inclusiva, empatica ed efficace. “Questo master non forma solo tecnici, ma custodi della dignità del paziente“, ha sottolineato il direttore del corso, il professor Massimo Robiony.

Alla cerimonia hanno partecipato il rettore Roberto Pinton, il direttore sanitario dell’ASUFC David Turello, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, la rappresentante dell’Ordine dei medici Monica Liberale, e, in collegamento video, l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, che ha ricordato quanto “la qualità delle cure non possa prescindere dalla qualità della relazione umana”.

Un approccio multidisciplinare per affrontare la complessità

Il master, aperto a laureati di ogni ambito, si propone di formare professionisti in grado di operare nei contesti sanitari con strumenti innovativi, trasversali e integrati. Gli studenti hanno approfondito temi come la medicina narrativa, la leadership in sanità, il ruolo del case manager, la salute mentale e i nuovi modelli assistenziali per l’anziano fragile. Fra i lavori di tesi spiccano titoli come “La medicina narrativa come strumento di benessere organizzativo”, “Il project manager come eroe silenzioso della sanità”, o ancora “Humanized healthcare nella società 5.0”.

“Formare nuove figure che integrino cura e gestione è essenziale per rendere il sistema sanitario più vicino ai bisogni reali delle persone”, ha affermato Robiony. Il corso, infatti, non è solo formazione tecnica: è un invito a ripensare il senso stesso del prendersi cura, in un’epoca in cui la tecnologia e la velocità rischiano di soffocare l’ascolto e la relazione.

I 15 diplomati

Martina Bon, Gianluca Borotto, Luisa Cusanno, Alessandra Ricciardi Serafino de Conciliis, Barbara Groppo, Alessandra Iudicello, Patrizia Lepre, Eva Nicchiarelli, Manuela Pizzuto, Elisa Pontoni, Ondina Pontoni, Serena Scomersi, Pietro Simaz, Maria Raffaella Simone e Mariachiara Sinesi: sono loro i primi specialisti italiani in “umanizzazione delle cure”. Ognuno con una visione, un progetto, una storia da portare nei luoghi della salute.

La sanità ha bisogno di umanità quanto di competenza – ha concluso il rettore Pinton –. Questo master è un esempio di come l’università possa contribuire a trasformare in meglio il nostro futuro comune”.